

Al Ravenna Festival concerti Voci e musiche dalla Palestina
Dal 24/4 con Rasha Nahas, Kamilya Jubran, 47Soul e Bashar Murad
Nella tragedia del popolo palestinese, lunga quasi ottant'anni, la musica ha svolto un ruolo cruciale nella costruzione dell'identità collettiva: anche per questo nell'edizione, la XXXVII, in cui Ravenna Festival riflette sulla possibilità di riscrivere il concetto di coraggio, un coraggio che non impugna spade come nella tradizione epica, ma idee, empatia e speranza, la manifestazione ravennate dà vita alla rassegna di quattro concerti "Voci e musiche dalla Palestina". Il primo appuntamento è per domani, 24 aprile al Teatro Rasi, con Rasha Nahas, giovane vocalist e chitarrista che senza vincoli stilistici, dalla dimensione cantautorale fino all'elettronica, riflette sull'identità come problematico mosaico. La sua musica rispecchia infatti le radici della sua famiglia in un villaggio dell'Alta Galilea, la città costiera di Haifa dove è cresciuta, e Berlino dove Rasha vive oggi. Ad accompagnarla sulla scena Jelmer De Haan al basso e Altair Chague alla batteria. Dal 23 al 25 maggio, sarà invece il Teatro Alighieri a ospitare un fine settimana di musica, con Kamilya Jubran, i 47Soul e Bashar Murad. "Nonostante il festival abbia fin dai suoi primi anni dato ampio spazio alle musiche del mondo mediterraneo, del medio e dell'estremo oriente, era rimasta una importante lacuna: quella della Palestina e del suo sfortunato popolo - ha spiegato Franco Masotti, co-direttore artistico di Ravenna Festival, alla presentazione - Ora è grazie alla partnership con il Festival delle Culture che possiamo proporre la prima rassegna mai realizzata in Italia, e in un momento così tragico, dedicata alla diaspora palestinese. La musica darà voce alla nostalgia per la propria terra". La collaborazione fra i due festival si è estesa anche alla rassegna ecosostenibile e diffusa Romagna in fiore per l'appuntamento alla Torraccia di Ravenna, che domenica primo giugno accoglierà una "grande festa africana" in due concerti, quelli della cantautrice maliana Fatoumata Diawara e della band franco-marocchina Bab L' Bluz.
N.Keahi--HStB